A qualcuno piace curvy

Ormai bisognerebbe inchinarsi di fronte alla capacità di titolare di questo giornale che è sempre il solito di cui parlo sempre.

Lo sconforto, s privativo più conforto che viene privato da s e quindi inesistente, scorre impetuoso, ma pure impietoso, in me, corrode organi, abbastanza vitali, dall’interno. Poi, ti convinci che, in fondo, è tutta colpa del tuo modo di vedere le cose, una deformazione cerebrale, dei neuroni non attaccati bene. Magari non è vero che esiste tutto questo odio e stronzaggine al mondo, magari sono io, magari hanno ragione i più: sono PAZZA! Anche se, sinceramente, preferirei continuare a considerarmi stupida e diversamente abile. È cosa sondata fondata e certa che impuntarsi crederci agire di conseguenza, non può che trasformarsi facilmente in un’immagine di accanimento terapeutico senza che nessuno guarisca, non nell’immediato. Le tragedie, le tragedie scatenano la creatività della gente, improvvisamente, funghi che giacevano inerti e silenti nel sottosuolo, sbucano con le loro cappelle e sputano spore ovunque. Giorni e giorni a parlare di quanto l’uomo sia una merda priva di sentimento, di come tutto ciò ci riguardi tutti e “la colpa sia di tutti” (featuring Saviano). Io sono una piccola donna sensibile, da sempre mi staglio nel mondo come una cialda sottile in preda alle tempeste, alle sferzate di vento che mi fanno venire il mal di gola perché mi dimentico sempre di coprirmi come si deve; ecco perciò che, se uno mi dice così, mi sento improvvisamente nuda di fronte ad una folla di gente ridente. “Che ho fatto stavolta? È sempre colpa mia!”. Invece ti dico anche vaffanculo, Saviano, io sto nella merda, mi manca solo di spirare e me ne fotto delle tue accuse ideologiche al popolo tutto! Non credo di sentirmi meglio ma c’ho provato. Insomma, tutti lì a cavalcare l’onda del dolore (e non facciamo finta che non sia sempre alla ricerca di like), un vero e proprio tsunami, ma nessuno di questi è un esperto surfista, anzi, molti manco sapevano, o sanno, cosa sia il dolore, per essi relegato spesso a una puntura di zanzara. Quindi vengono travolti e si portano tutti gli altri con loro. Parlano di “questo ha strumentalizzato la tragedia” e nel frattempo lo stanno facendo pure loro postando solo cose inerenti ad essa, come quando muore qualcuno: pollici assicurati, droga in endovena, godimento che giunge dritto alla testa. Ed io che faccio? Io mi lamento. Mi lamento perché so quanto non sbatta a un cazzo di nessuno del dolore degli altri, ed è giusto, come quando muore qualcuno, bisogna semplicemente andare avanti, come quando nei film il tizio ferito dice “andate avanti voi, io sono solo un peso!”. Allora quando li vedo lì che si fermano e dicono “no, io non ti lascio, io non ti lascio solo”, mi viene un po’ di nervoso perché, dai, lo sappiamo tutti, l’abbiamo visto mille volte.

Posso finalmente codificare, dopo varie osservazioni, un altro aspetto del social: i fidanzatini. All’inizio lui ti caga e ti schiaccia tanti mi piace, il giorno dopo più nulla e cominciano i tag, nel caso non ti fossi accorta che nelle informazioni c’è scritto “impegnato con”, “Cosa guarda qua!”, “Coso guarda pure tu!”. In questa fase, molto delicata, di messaggi subliminali “fatti i cazzi tuoi brutta troia! LUI È MIO!”, il maschio dimostra alla femmina che della nuova femmina che gira nel territorio non importa nulla. A questo punto tu, se non sei proprio idiota, limiti al minimo l’interazione perché a te non frega nulla di portare casini. Magari, dopo un paio di giorni, commenti ancora ed è allora che la femmina alfa piomba come un falco, si rende visibile, perciò ti chiedi se, a questo punto, abbia un senso continuare a mantenere un’amicizia. Una roba che ti chiedi costantemente in facebook, dove tutto sembra così leggero ma invece è pesantissimo, come la piuma e l’incudine e purtroppo il vuoto non c’è, non quello che serve per farli sembrare uguali.

Ora andrò a fare un ennesimo post da pazza, magari è la volta buona che mi uccidono o mi rinchiudono, perché persino quelli che giocano non sono in grado di vedere il tuo gioco. Siamo arrivati al punto che un tizio che mi stalkerava sin dal social, bloccato, poi sulla pagina, bloccato, inizia a seguirmi su youtube e mi consiglia, simpaticamente, di cercare degli psichiatri su google. Trovo molto originali questi maschi legati ancora alla stregoneria e all’isteria (sì, come utero, radice della parola, in questo senso).

Ah, novità, avrò un doppio blog, due uguali in posti diversi, copia e incolla, sempre che si possa fare. Ricordate wordpress di 5 mesi fa? Lì.

Dopo almeno tre mesi di permanenza silente in quel di queste parti, mi rendo conto di quanto sia importante avere un blog anche qui (oltre che sulla piattaforma dei depressi: tumblr – dove invece sono abbastanza logorroica) unicamente per premere mi piace ai post di Alessandro Gori, niente popò di meno che: lo Sgargabonzi!